5-21 dicembre 2009 Roma, Galleria Cassiopea (Via Basento 24)

Connessioni d’arte:tra rigore matematico e libere fantasie

mostra personale | inaugurazione 5 dicembre 2009 - ore 18.00

Colori, linee e forme svettanti quali connessioni d’arte

o meglio fusioni espressivo-matematiche che strati-

cano una realtà pittorica, sospesa tra simbolo e inconscio.

Pittura dunque come spazio mentale in bilico tra

l’assoluto rigore matematico e l’assoluta possibilità

delle cose attraverso l’immaginazione.

La dimensione spirituale della sintesi pittorica di Di

Biase si attualizza nell’equilibrio di fondo, tra i diversi

elementi caratterizzanti la sua poetica; una pittura

dunque di apertura dell’essere capace di comunicare

la sensazione di spiritualità e di libertà insieme.

Anny Baldissera


Una pittura astratta come astratti sono i teoremi

analizzati dall’astrusità della materia,

trasformati a livello artistico in un incanto e

magico sortilegio. D’altra parte l’esprimersi

visivo di una concezione matematica non

poteva che connotare canoni di pittura totalmente

diversi, anche se compresi all’interno

di una materia prevalentemente esatta, pertanto

l’intensità dei colori usati da Di Biase si

concretizza in valenze volumetriche,

nell’intreccio di linee e disegni dalla materia

geometrica, nell’entità di forme ben delineate

Ferdinando Anselmetti


Quella di Di Biase non è pittura. È qualcosa

di più: magia. I suoi oli e smalti su tela emanano

fluidi cromatici (si dice così) carichi di

radioattività emozionale. Si sente che

l’artista sente quel che esce dal suo pennello,

cioè dal cuore, ammesso che qui

risieda e da qui parta quella scintilla superiore

infusa nell’uomo dal grande orologiaio

del cosmo, come lo chiamava Voltaire

Roberto Gervaso

“Emozione del colore” è l’approdo ad una

“musica del colore”. Ma, a ben riettere, al

di fuori di tanti usurati chimismi lirico-visivi

si avverte, piuttosto, nella sicura padronanza

della intelaiatura cromatica, non ancora

astrazione ma non certo mimesi, quell’

”orgasmo” di cui parla Apollonaire: la

misteriosa intuizione che prelude al

rapporto più alto, all’oltre frontiera.

Renato Civello


Per Di Biase l’atto del dipingere è un’avventurosa

esigenza - ecco il riferimento alla frase di Rothko - che

vviene ad identificarsi nell’elogio del colore: il quadro

diventa allora campo di energia vitale, radiante ed in

espansione, simile ad una esplosione di ritmi jazz. E,

sopratutto, non è uno sfogo sentimentale e puramente

emotivo, anche se è innegabile il valore catartico e purificatore

inerente alla pittura

Gabriele Simongini


Se il passato di Vincenzo Di Biase è Platone, Eraclito, Newton, Einstein o la scienza e la matematica contemporanea,

il suo futuro creativo di vericare l’assoluto, la poesia della libertà, la liberazione pulsionale del fare, del gesto, del

segno del corpo attraverso il battito della mano che inscrive la trasparenza della pittura.

Carmine Benincasa